giovedì 18 febbraio 2010

La replica del Sindaco Leodori


La replica del sindaco Leodori

L’IDEA di costruire una nuova scuola ed intitolarla ad Ilaria l’ha avuta il sindaco Daniele Leodori , nel frattempo eletto alla Provincia di Roma dove ricopre l’incarico di capogruppo del PD. Il sindaco ci ha confermato che le indagini sulla morte di Ilaria a distanza di sei anni hanno necessità di un proseguimento di indagine e di essere coperta dal segreto istruttorio. In merito alle “voci” che la società impegnata sia la stessa in cui Diego Anemone, l’imprenditore amico di Balducci ed entrambi in galera, “Non mi risulta sia la stessa famiglia. La gara l’ha vinta altra società.” ha detto, evidenziando dubbi sulla familiarità con gli attuali componenti il sodalizio e signifi cando che: “ E’ un’altra la società vincitrice” Al contrario è certo che “ Il 28 marzo poseremo la prima pietra”. Non altrettanto sulla collegialità diretta di Balducci con i due esperti del ministero che furono cooptati nella commissione giudicatrice. In merito alla mancanza di fogne e di altre sistemi di sicurezza ha confermato:” Nulla conosco, ovviamente, sugli aspetti tecnici di una commissione che ha decretato la vincita alla società con un ribasso del 13% contro il 2-3% della seconda. L’abnorme accavallamento di incarichi alla segretaria comunale è determinato dal pensionamento del responsabile comunale e il rinvio della nomina a dopo le elezioni comunali.”, a cui non si potrà ripresentare per aver e già svolto due legislature.

Nel 2004 il tragico incidente nel cortile dell’istituto scolastico

Nel 2004 il tragico incidente nel cortile dell’istituto scolastico
La Procura di Tivoli sta ancora indagando dopo sei anni



LA PICCOLA Ilaria, di 4 anni, morì la notte del 7 ottobre del 2004, al policlinico Gemelli di Roma dopo che nella giornata precedente, intorno alle 14, era rimasta schiacciata da un cancello nel cortile di una scuola nell’istituto materno colle dei Frati a Zagarolo. Lottò 14 ore dal momento che l’anta dissaldata ed arrugginita le piovve addosso che pure era biondina e minuta. Il giorno dei funerali fu uno strazio per tutti. Dai bambini, in fila con i fiori bianchi, alle migliaia di mamme ed papà, tutti, non potettero trattenere le lacrime. La maniera più semplice e sincera davanti ad una piccola bara in cui era deposta con cura ed amore una bambina che aveva soltanto un desiderio: giocare. Ilaria Raschiatore morì mentre giocava nella scuola materna uccisa da un cancello in ferro battuto che le aveva sfondato la scatola cranica. Per i medici, per nessuno, fu facile informare i genitori, Corrado e Liliana che erano rimasti sempre lì, fuori la sala operatoria e quella della terapia intensiva a pregare. L’allora procuratore di Tivoli Claudio D’ Angelo si recò nella scuola, con il sostituto Salvatore Scalera e il comandante dei carabinieri di Palestrina, il capitano Marco Pucciatti. Un quarto d’ora a cui seguì oltre un’ ora di parlottio e chiarimento con il dirigente , Francesco Marchetti. Troppe le domande e poche le risposte certe, così si formalizzò l’ inchiesta per omicidio colposo che necessita di un proseguimento di indagini contro i dirigenti scolastici e la povera maestra, peraltro deceduta, e l’ex dirigente del Comune ora in pensione. Il responsabile della sicurezza dell’ istituto, Amalio Rosati, da parte sua ha sempre sostenuto di aver denunciato lo stato di «insicurezza» di tutta la recinzione. Dolore e rabbia tra le mamme ed i cittadini di Zagarolo montavano mentre il sindaco Daniele Leodori decretava due giorni di lutto e la chiusura delle sei scuole del paese. Ci furono proteste fuori alla scuola e in comune. “ Vogliamo certezze, altrimenti i nostri figli li teniamo a casa”, si urlava, mentre il Moige dichiarava di costituirsi parte civile. Il dolore più forte ed accorato era dei genitori della piccola Ilaria, chiusi nella loro casa e primi ad arrivare sul luogo delle tragedia. “La madre di Ilaria volle, allora, abbracciare solo la maestra Carmina, presente alla tragedia: “Non è stata colpa tua”, la consolò. Mai accertato, probabilmente, come ipotizzato dal sindaco, Daniele Leodori , che il cancello era stato divelto e poi riappoggiato a seguito di un tentativo di effrazione nella scuola.

Una scuola intitolata ad Ilaria

Una scuola intitolata ad Ilaria



ALLA morte di Ilaria seguì una necessaria riflessione ed una amorevole richiesta di un contributo regionale per edifi care una nuova scuola che avrebbe dovuto essere intitolata a questo angelo troppo presto volata in cielo. A distanza di di tre anni dalla morte della piccola Ilaria , il 15 ottobre del 2007 la Regione Lazio, Assessorato Lavori Pubblici, con nota n 180326/2D/16, comunicò al comune di Zagarolo, in base alla L.R. 12/81 un contributo di 4,6 milioni di euro per i lavori di costruzione del nuovo edifi cio scolastico in località Colle Barco- Palazzola. In data 19 dicembre del 2007 il consiglio comunale di Zagarolo approvò il piano delle Opere Pubbliche, triennio 2008-10 e confermò nella scheda Due l’intervento di costruzione dell’edifi cio. Porta la data del 25 marzo 2008, delibera 45, la esecutività relativa all’approvazione del progetto scolastico. La determina dirigenziale n° 403 del 7 agosto 2009 esplicitava le modalità di gara per i lavori di progettazione esecutiva e realizzazione. Un’altra determina in pari data, la n° 423 decretava l’approvazione del bando. La delibera della giunta n° 165, del 27 ottobre 2009, stabiliva la nomina delle commissione giudicatrice delle offerte pervenute. La commissione iniziò le operazioni delle procedutre di gara il 3 novembre del 2009 fi no a terminarle il 22 dicembre del 2009. Lavori evidenziati dai verbali, dal n° 1 al 5, depositati agli atti. Ultimata la gara, come da verbale del 22 dicembre 2009, è risultata provvisoriamente aggiudicataria l’ATI composta dall’Impresa Anemone Costruzioni srl e Tecno Edil srl di proprietà di Barbara Cavaioli pure domiciliata a Zagarolo, per aver presentato la migliore offerta. Nel frattempo la Regione Lazio – Area OOPP - aveva comunicato, protocollo 31103 del 9 novembre 2009, che entro il 31 dicembre del 2009 avrebbe dovuto essere sottoscritto il contratto d’appalto per la realizzazione dell’edifi cio scolastico pena la decadenza e la revoca del fi nanziamento concesso. La commissione ne dedusse che si poteva avviare la aggiudicazione defi nitiva dell’appalto in favore dell’ATI, già provvisoriamente aggiudicataria, ritenuto urgente procedere entro il 31 dicembre scorso in deroga all’art. 11 comma 10 del DL 163/2006. Così approva i verbali ed aggiudica la gara per l’importo di euro 2.868.692,01. Autorizza la stipula del contratto e da atto che l’importo complessivo per 4,6 milioni di euro sia iscritto nel bilancio comunale con il codice -20402010978. Il contratto d’appalto viene sottoscritto il 30 dicembre del 2009 dal segretario generale del comune autorizzato a rogare, Daniela Urtesi, dai signori Giuseppe Fontana, per il Comune, in qualità di responsabile settore urbanistica e Luciano Anemone in qualità di ammnistratore della Impresa Anemona Costruzioni srl e capogruppo della ATI costituita unitamente alla Tecno Edil srl.

Una scuola senza fogne e sistemi di sucurezza


Una scuola senza fogne e sistemi di sicurezza.
L’Impresa Costruzioni Anemone vince la gara d’appalto per realizzare un’edificio a Zagarolo. Nella Commissione aggiudicatrice due collaboratori di Angelo Balducci, l’uomo arrestato per i recenti scandali.



CHI l’avrebbe mai detto che uno dei titolari della “cricca degli appalti” come vengono defi niti dai giornali, gli imprenditori che in maniera “gelatinosa, prodighi di ville, vacanze, escort ed auto di lusso” avessero a fare con il comune di Zagarolo. Ma tant’è. Ben risulta che l’edifico scolastico che avrebbe dovuto intitolarsi alla piccola Ilaria, deceduta nel 2004, per un cancello della scuola, rovinatole addosso ed ancora senza responsabili, è stata vinta dalla Impresa Anemone Costruzioni srl. La stessa in cui Diego Anemone, ora in carcere che si avvale del diritto di non rispondere, era fi no a poco tempo direttore tecnico. Il padre, Luciano, che in qualità di responsabile della azienda e quale capogruppo dell’ATI con altra società Tecno Edil srl, il 30 dicembre scorso, firmò unitamente al segretario generale del comune di Zagarolo, Daniela Urtesi, e al responsabile urbanistica Giuseppe Fontana, il contratto di appalto per la costruzione del nuovo edifi cio scolastico. Vinto con il ribasso maggiore al costo di euro 2.868.692,01, a tre anni dalla concessione del fi nanziamento per 4,6 mlioni di euro. Sebbene occorrano trenta giorni di tempo dopo la temporanea aggiudicazione di una gara d’appalto, esperita il 23 dicembre del 2009, la commissione decretò che fosse necessario sottoscrivere subito il contratto per non perdere i diritti al finanziamento come già preavvertito dalla Regione. Un problema in più per questa commissione dove l’indafaratissima ed ecclettica, oltre che onnipresente, per gli incarichi e le responsabilità detenuti, dottoressa in legge, Daniela Urtesi, responsabile anche dell’area socio culturale oltre dell’area lavori pubblici e patrimonio il geometra Giuseppe Fontana ed il Rup, geologo, Melis. A questi, il sindaco Daniele Leodori, anche capogruppo alla Provincia di Roma per il PD, in maniera desueta, aveva ben affi ancato due componenti del consiglio dei lavori pubblici. Due funzionari che lavoravano in qualità di collaboratori di quel Balducci Angelo, presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici e pluriincaricato, ora in galera. Una impresa quella di Anemone Costruzioni srl che incassa oltre 117 milioni dei lavori a La Maddalena si potrà pure permettere un lavoretto da 2,8 milioni. L’importante è
che una scuola costruita per ricordare la piccola Ilaria, morta sotto un cancello di un’altra scuola, abbia le fogne, le porte antincendio, la gabbia faraday per cautelare i fanciulli dai fulmini oltre ai servizi di sorveglianza fumi ed elettronici. Risulta ben evidente dalle discrasie tra il computo metrico e il progetto le mancanze delle diverse voci. È vero che nella relazione generale la Società, ben sottoscrive che ottempererà a tutte quelle opere omesse nel computo metrico e pertanto non indicate nella maggiorazione ma questo equivale a dire che il prezzo offerto in gara ben presto lieviterà. Anche sotto forma di migliorie come è d’uso in questi casi. Viene da porre una domanda e questa volta non al giudice fi orentino, ma alle mamme ed i papà dei bambini di Zagarolo quanto al loro sindaco Daniele Leodori , al procuratore della Repubblica di Tivoli, Luigi de Ficchy, ma la cacca i bambini dove la metteranno? Il Comune ha dichiarato che sul bando il progetto preliminare ed il computo è stato fatto dall’ufficio tecnico. La verità è che trattandosi di una laureata in legge e di un geometra il lavoro è stato affi dato ad altro architetto di Pomezia, Fabio Mirimich con delibera ad hoc e con spese patrimoniali che gravano sulle tasche della comunità. E’ oltremodo imbarazzante che mentre una ditta che partecipa ad una gara d’appalto debba avere requisiti per lo meno pari al triplo dell’importo ed essere giudicati sulla parte elettrica da una laureata in legge pone diffi coltà quanto sapere che nel comune non esistano professionisti titolati a produrre progetti e titolati alla professione che debbono giudicare. Così mentre il comune di Zagarolo la commissione giudica un appalto solo dal gap fi nanziario che con la seconda è poco inferiore a trecentomila euro, con tutte le caselle riempite, mentre non presta molta attenzione che il computo metrico sia rispettato quanto
le fogne e tutti gli elementi di sicurezza su cui si fonda l’intitolazione della scuola. Elementi non evidenziati, seppure indispensabili, e non valutati probanti da una commissione che deve saper garantire i ragazzi, alla scuola quanto alla collettività che una società civile che non può essere menata per il naso con i trucchetti. Quegli espedienti naturali e generali defi niti “procedimenti successivi” che vengono camuffati come migliorie architettoniche. Questo non scagiona la commissione, anche esperta ad una più attenta valutazione. È da coccodrillo lamentarsi che le opere pubbliche lievitano il prezzo, diuturno esempio italico che le istituzioni non garantiscano i contribuenti di come sia speso il denaro pubblico. Nel frattempo Leodori è interessato, per l’alto incarico che riveste in Provincia a sostenere la candidatura di Roma alla Olimpiadi 2020. Ma la cacca dove la mettono i bambini della nuova scuola? Di chi le responsabilità?